Modello di Vita Imperiale
In un pianeta limitato, il Modello di Vita Imperiale non può continuare
La maggior parte delle persone nel Nord del mondo basano il proprio stile di vita e di produzione sul Modello Imperiale, fondato sull’impiego di risorse e manodopera più a buon mercato, solitamente disponibili nei paesi non-occidentali. Tale modello è esclusivo e quindi non potrà essere diffuso universalmente in quanto implica considerevoli disuguaglianze generate dalll’esternalizzazione dei costi su luoghi e persone. Infatti, man mano che il Modello si diffonde e si fortifica, consuma risorse limitate, contribuisce al riscaldamento terrestre, fomenta conflitti e guerre. Tuttavia, risulta arduo cambiare questo paradigma, in quanto stabile e saldamente ancorato alla nostra vita quotidiana. Vivere alle spese degli altri è possibile proprio perché le infrastrutture (autostrade o centrali a carbone) e le istituzioni (banche, scuole, ministeri) promuovono l’intero sistema organizzativo del Modello di Vita Imperiale.
La sua stabilità è altresì dovuta alla promozione di prospettive fasulle (come la speranza nell’innovazione tecnologica o le politiche superficiali), le quali impediscono di affrontare le cause alla base dei reali problemi sistemici globali. Nel Modello di Vita Imperiale la maggior parte delle persone nel nord del mondo vive il paradosso di essere allo stesso tempo sfruttati e sfruttatori. Pertanto, è impossibile generalizzare questo modello perché viviamo a spese l’uno dell’altro.
I criteri su cui si fonda lo sfruttamento, come il paese di origine, il colore della pelle, il sesso o altre condizioni non influenti, incrementano le forme di discriminazione verso chi è già penalizzato. Queste differenze esistono all’interno dei sistemi imperiali e si ripercuotono soprattutto a scala globale, tra Nord e Sud del mondo. I paesi del Sud del mondo, ovvero le ex colonie europee, hanno subito una rapida industrializzazione solo negli ultimi decenni, la quale ha generato ideali che auspicano al Modello di Vita Imperiale come l’apice del proprio benessere socioeconomico.
Auto, casa, dieta iperproteica, viaggi in aereo; se per alcuni tale stile di vita è normale, per altri rappresenta la frustrazione di una promessa non mantenuta. Si chiama imperiale perché presuppone un ‘fuori’, un’area ancora sfruttabile, dove manodopera e risorse naturali sono disponibili a buon mercato. Un “fuori” dove si possono scaricare i problemi che sorgono e i rifiuti indesiderati. A causa delle dinamiche capitalistiche del Nord e delle nuove classi medie del Sud, quest’area esterna si sta però restringendo a enorme velocità.
Bibliografia
ILA Kollektiv + Perriskop (Hg.) (2019): Von A wie Arbeit bis Z wie Zukunft. Arbeiten und Wirtschaften in der Klimakrise. (traduzione propria)
Brand, Ulrich, Wissen, Markus (2017): Imperiale Lebensweise. Zur Ausbeutung von Mensch und Natur im globalen Kapitalismus. Monaco di Baviera: oekom
ILA Kollektiv (Hg.) (2019): A spese degli altri. Come il Modello di Vita Imperiale impedisce a tutti una buona vita. Monaco di Baviera: oekom. Illustrazione: Sarah Heuzeroth
Microlearnings
Workshops
A spese degli altri?
Nel laboratorio “A spese degli altri?” mettiamo in luce le moderne, e spesso invisibili, forme di sfruttamento che costituiscono una parte essenziale della prosperità e del benessere Europeo. Per fare ciò, lavoriamo con il conetto del Modello di Vita Imperiale, il quale esplicita la seguente osservazione contraddittoria: nonostante la crescente consapevolezza della crisi climatica e delle ineguaglianze sociali, esse continuano a costituire la normalità. Com’è possibile tutto questo? E perché il cambiamento incontra così tanta resistenza?